LORENZO BARBARINI
Martedì si è spento dopo una lunga malattia il papà di Noemi Barbarini, la società, i dirigenti, gli allenatori le giocatrici e i tifosi sono vicino a Noemi e alla mamma in questo triste momento e come citava una nostra giocatrice:
L’amore vince. Anche se talvolta non sembrerebbe così voglio pensare che l’amore vincerà sempre e per me quel signore alto alto sorridente sarà sempre seduto con sua moglie sull’ultimo gradone del palazzetto di via Boiardi a fare il tifo per la Pavidea e per la sua fantastica figlia.
Il funerale si svolgerà in Motta Baluffi giovedì 18 luglio alle ore 17,30, partendo dall’abitazione di via Sandro Pertini per la Chiesa Parrocchiale, indi per il Cimitero locale.
Motta Baluffi,
17 luglio 2013.
Stamattina se n’è andato un nostro tifoso, una persona che per tanti mesi ho portato nel cuore sebbene la conoscessi appena. Io e sua figlia ci siamo trovate il primo giorno della preparazione atletica a Fiorenzuola sedute accanto sulla stessa panchina dello spogliatoio, entrambe alla prima esperienza fuori casa, un po’ timorose. Io ho notato questa ragazza così timida e ho cominciato a starle accanto, perché per come sono fatta, ci metto poco a voler bene ad una persona e lei era una di quelle persone a cui, a pelle, non puoi non voler bene. Ho scoperto col passare dei giorni che avevamo tante cose in comune, più di quanto immaginassi: la pallavolo, l’università, gli stessi esami…
Il giorno che ho scoperto che mia madre avrebbe dovuto da lì a poco ricominciare la chemioterapia, sono entrata negli spogliatoi e lei era come sempre già pronta per l’allenamento (solita precisina!). Con la faccia che avevo era impensabile nascondere il tutto e così gliene ho parlato. Lei mi ha risposto quasi sorridendo, le mie paure le conosceva già tutte a memoria, gli attimi che avevo vissuto quella mattina in ospedale li aveva già provati sulla pelle. Eravamo sulla stessa barca. Ci siamo confidate per tutto l’anno pallavolistico i nostri pensieri, ad ogni allenamento ci si scambiava il “bollettino medico” spesso scherzandoci su e quando una delle due (io più che lei!) cedeva psicologicamente l’altra era lì pronta a dire che non bisogna mai mollare.
Ho così imparato che tante persone nel mondo lottano ogni giorno contro questa malattia bastarda ed ho capito che noi figli-amici-parenti-fidanzati e il nostro amore, spesso, siamo la migliore medicina. Lo sono stata forse io nella mia storia, lo sono state alcune mie compagne di squadra nella loro, lo saranno sicuramente tante altre persone al mondo.
L’amore vince. Anche se talvolta non sembrerebbe così voglio pensare che l’amore vincerà sempre e per me quel signore alto alto sorridente sarà sempre seduto con sua moglie sull’ultimo gradone del palazzetto di via Boiardi a fare il tifo per la Pavidea e per la sua fantastica figlia.
Il giorno che ho scoperto che mia madre avrebbe dovuto da lì a poco ricominciare la chemioterapia, sono entrata negli spogliatoi e lei era come sempre già pronta per l’allenamento (solita precisina!). Con la faccia che avevo era impensabile nascondere il tutto e così gliene ho parlato. Lei mi ha risposto quasi sorridendo, le mie paure le conosceva già tutte a memoria, gli attimi che avevo vissuto quella mattina in ospedale li aveva già provati sulla pelle. Eravamo sulla stessa barca. Ci siamo confidate per tutto l’anno pallavolistico i nostri pensieri, ad ogni allenamento ci si scambiava il “bollettino medico” spesso scherzandoci su e quando una delle due (io più che lei!) cedeva psicologicamente l’altra era lì pronta a dire che non bisogna mai mollare.
Ho così imparato che tante persone nel mondo lottano ogni giorno contro questa malattia bastarda ed ho capito che noi figli-amici-parenti-fidanzati e il nostro amore, spesso, siamo la migliore medicina. Lo sono stata forse io nella mia storia, lo sono state alcune mie compagne di squadra nella loro, lo saranno sicuramente tante altre persone al mondo.
L’amore vince. Anche se talvolta non sembrerebbe così voglio pensare che l’amore vincerà sempre e per me quel signore alto alto sorridente sarà sempre seduto con sua moglie sull’ultimo gradone del palazzetto di via Boiardi a fare il tifo per la Pavidea e per la sua fantastica figlia.